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Di Willy
Data di pubblicazione 03/10/2013
Quanti momenti sono perfetti, per scattare una fotografia, di un bacio rubato da un treno che parte per portarti via… C’è musica e musica. Non mi piace parlare di musica migliore o peggiore. Come antropologo mi piace pensare al mondo dal punto di vista delle diversità. Non so da cosa dipenda il modo in cui guardo oggi al flusso emozionale della musica…credo che da sempre sia un tunnel di pensiero che si apre verso un arcobaleno elettromagnetico di idee ed emozioni pulsanti.
L’abitudine a lasciarsi andare al fruire dei sensi, all’apertura verso le le oscillazioni del pappa-para, sentire lo scorrere degli impulsi vitali che partono dal centro del corpo, da dentro e si irradiano. È sole.
Ho suonato una vita la musica classica, con la sua incredibile capacità di complessità a partire dalla semplicità delle linee melodiche, è una grammatica basilare che sa dire concetti spesso attorcigliati, come nient’altro ha saputo fare. Corre forte. Mi piace pensare che le emozioni siano infinitamente varie. Suono Rock, e sono sempre stato uno di quelli che si sdraia per terra di schiena come vittima del morso della tarantola, anzi peggio. Avrò suonato e inventato un fottutissimo milione di reef, di soli. Incontrare Gerolamo è stato un cazzo di impatto. Ammetto che non è stato facile entrare in vero contatto artistico con lui. Il suo cervello è musicalmente fottuto, ma fottuto in maniera geniale, e questo l’ho capito subito. Non riuscivo a digerire fino in fondo il suo flusso sonoro…finchè ad un certo punto ho capito perché. Da una parte siamo stronzamente abituati ad un mondo di bella, ma talvolta noiosa, intelligibilità fatta di socio-psico-cultur’orgasmi belli ma limitati dall’abitudine a stare in una sfera di confort interiore fatto di “quasipaura” ad anche solo pensare di fare qualcosa di diverso per noi stessi e basta. Quando si fa qualcosa di diverso, lo si fa facendo i cazzo di outsider, quindi autoingannandoci, poiché cerchiamo di essere diversi solo per dirlo a tutti: sono diverso da te cazzo! Ma alla fine non è cambiato niente. Se a questo aggiungo il fatto che Gerolamo è complesso, piacevolmente complesso, la frittata è fatta. Ad un certo punto però ho detto fanculo, voglio lasciarmi andare.
Ed ecco che si è palesato del tutto il gerolamismo che non riuscivo a toccare sul serio.
Cazzo questo ha sempre l’acceleratore a tavoletta! Suoni complessamente semplici, c’è dell’animo classico in Gerolamo, non c’è dubbio, però allo stesso tempo c’è ricerca…ma di quella non di chi vuole stupire ad ogni costo, ma di quello che non si accontenta di lasciare qualcosa di musicalmente non detto, se un suono ci vuole lo deve mettere. I testi poi? Un fottuto viaggio. Quendo entri nel Geromood sei fottuto, è una droga. Vieni gerolamizzato non so come cazzo. Altro che X-factor e cagate varie. Credo che se riuscissi a organizzare un ascolto forzato dei pezzi di Alieno piuttosto che di Cyber eye, singolo dove ho scatenato la mia cazzo di atomica elettrica willyzzando per quanto ho potuto le Gerofolies, probabilmente rischierei di essere denunciato insieme a Gero, accusato di monopolio dell’attenzione pubblica per aver fatto un colpo di stato emozionale sotto la bandiera sonora di Gerollymo.
E adesso sono cazzi.
As you Want. Stay connected. Stay disconnected.
Willy