In questo articolo Gerolamo Sacco di Miraloop ci spiegherà cosa fa una azienda che si occupa di produzione discografica e quali sono le tecnologie che hanno maggiore impatto.
Quali sono le attività delle quali si occupa una azienda di produzione discografica?
Diciamo che si può circoscrivere tutto in tre ambiti, quello artistico, che riguarda la creatività pura, quella che non si impara, quello relativo alla produzione multimediale, che coinvolge mille aspetti dalla lavorazione audio a quella video fino a fotografia e design, più l’informatica e infine del marketing, che deve saper combinare studio della materia, una buona dose di intuito e ovviamente esperienza.
A questi tre pilastri va aggiunto poi l’ambito discografico vero e proprio, sul quale si aprirebbe però un capitolo a parte, essendo un mondo in continua evoluzione, radicalmente trasformatosi negli ultimi 10 anni.
Miraloop sta via via specializzandosi sempre più sul versante creativo e in quello del marketing strategico, stringendo sempre più accordi con partner esterni per quanto riguarda le mediazioni.
Come si fa a dare il massimo impatto musicale alle propria produzione?
Bisogna essere liberi da condizionamenti. Spesso chi opera in questo settore si approccia ai lavori come se la strada tracciata da altri fosse uno sport e non una forma d’arte. Fare dischi è un’arte, è non è neanche la stessa arte del fare musica intesa come linguaggio (le note, ndr). Un’arte la cui espressione coinvolge migliaia e migliaia di attori in tutto il mondo. Non diciamo che non ci voglia la tecnica, ma in questo campo è figlia della creatività. Molti studi di registrazione sanno fare il proprio mestiere ma non sanno fare dischi, perchè pensano che fare bene questo lavoro sia fare un disco come lo fa “tizio” o “caio”. Invece tutti i successi, indipendenti o supportati dal grande mercato, sono “format” nuovi e cuciti addosso all’artista, o all’idea che sta dietro il progetto. E questo lavoro lo può fare solo un team di produzione.
Quali sono le attività tecnologiche che impattano maggiormente nel suo settore?
Diremmo che tra audio, video e informatica non c’è un attore principale. Concorrono insieme. Un nuovo sintetizzatore disponibile in versione VST plugin può modificare totalmente il mercato come può farlo, ad esempio, una nuova funzione di gestione delle pagine Facebook. O addirittura può cambiare tutto un nuovo tipo di smartphone. Ma la cosa interessante è vedere come si tratti di un mondo dove non solo la tecnologia, ma la cultura riesce a fare la differenza. Perchè quando si parla di arte va bene diviso ciò che è legato al business direttamente da ciò che è legato indirettamente, che non è certo meno importante. E nel saper coniugare questi due aspetti Miraloop è una realtà unica, sicuramente in Italia, di conseguenza probabile che lo sia anche nel resto del mondo.
Mi parla di un progetto dal quale è stato particolarmente affascinato?
L’ultima cose su cui abbiamo lavorato è stata la web radio, che verrà lanciata a breve sul nostro sito web.
L’idea di un palinsesto tutto nostro è arrivata dopo che il catalogo ha quasi raggiunto i 1000 brani pubblicati, ed eravamo stanchi di dover dipendere dalle regole dei social networks come Youtube o Spotify che accomunano gli “artisti simili” in base ai numeri che fanno e non in base a quello che hanno da dire, mettendo fuori gioco chi parte senza budget. La radio segue il progetto in tutto e per tutto, anche nel fatto che Miraloop si occupa di qualsiasi genere musicale, dalla classica al pop, dall’elettronica sperimentale alla EDM e alla house, cosa in cui è unica tra le realtà nate nell’era digitale.
Si ringrazia Miraloop per aver risposto alle nostre domande e vi invitiamo a recarvi nel loro sito per avere maggiori informazioni