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Di Staff
Data di pubblicazione 06/09/2016
Questo annuale inizia subito con una sorpresa. Non è più il Digital Music Annual Report ma... Global Music Report. Capirete già qual è la differenza tra l'uno e l'altro, e cosa sta a significare. Significa che dal 2015 (forse anche un anno prima) parlare di mercato "digitale" non ha più senso. La Moore nell'introduzione si concentra, come l'anno scorso, sul problema tra i ricavi per gli artisti di un mercato in espansione. Ma già alla seconda pagina compare Justin Bieber. Qui ci permettiamo un nostro appunto: le star mondiali come Bieber non hanno nessun problema, anche facessero 1000 euro con Spotify, a fatturare girando nei concerti in giro per il mondo. Quindi nessun problema per le major che usano il disco come investimento e i concerti come fattura. Di che si occupa la Moore?
Chi ha lottato per fare del mercato digitale "il" mercato non erano i Bieber, erano gli indipendenti, che sapevano le potenzialità del mercato musicale una volta che tutti avrebbero avuto un computer in mano. Ma ora devono giocare una nuova partita, da soli.
La storia che sta dietro questo annuale sembra essere arrivata all'epilogo, ma tra un artista major e l'altro con foto e classifiche a mo di spot troviamo alcuni sporadici ed interessanti articoli tipo la classificazione delle piattaforme chiave ogni portale di ogni paese del mondo. Impariamo che in Jamaica Deezer è più importante di Youtube. Questo sì: fa al caso nostro.
http://www.ifpi.org/downloads/GMR2016.pdf